Aggiornamento – È sessuale. Papa
Bergoglio si è fatto rinchiudere anche lui nella gabbia del sesso. Che non gli pertiene
, forse neppure in confessionale, se il peccato è trasgredire i comandamenti.
Come gli altri papi innovatori delle costituzioni ecclesiastiche, Benedetto XVI
e Paolo VI, anch’essi vittime volontarie dell’ossessione del sesso: papa
Montini inciampò nella contraccezione, papa Ratzinger nella pedofilia, ora
Francesco nella sodomia. La spiritualità confondendo, e in definitiva il vero
aggiornamento, con l’opinione pubblica, che per natura è volubile, pettegola e anche beffarda. I due
buoni papi che la chiesa ha avuto dopo la guerra – dopo Pio XII, il papa della
guerra – se ne sono fregati: Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II, intenti a
rivoluzionare la chiesa nel dominio della chiesa, l’ecumenismo, il dialogo. Dopotutto la generazione è opera della lussuria. Con
gli altri è come se il celibato fosse una fissazione e una tentazione.
Sul
sesso, è vero, è da tempo che la chiesa incespica. Pur avendo dentro di sé gli
anticorpi. L’abate Gioberti a metà Ottocento, che fu primo ministro dei Savoia
e voleva il matrimonio civile, o don
Sturzo un secolo dopo. Volere la modernità e inciampare nel sesso è una
contraddizione e un’assurdità, ma s’intende una questione di potere, malcelata.
Burocrazia - È quella del Piemonte, devastata,
devastante, attraverso cui si compì rapidamente dopo l’unità la “conquista regia”. L’8 febbraio 1865 il
sacerdote, poeta e patriota Vincenzo Padula poteva scrivere sul suo giornale
“Il Bruzio”: “Siccome il governo fa tutto, e dà le norme di tutto con
sterminati regolamenti (e gli stampati finora in Torino potrebbero coprire la
superficie della terra), è chiaro che nei governi accentratori impiegato non
sia più che uno spedizioniere. Di qui, creduto non necessario l’ingegno in chi
non l’ha, dannato lo impiegato ai lavori materiali, a lavori di esecuzione, che
il fanno bieta se nacque pieno d’ingegno e cavolo se nacque bieta, l’opinione invalsa che ad esercitare un
impiego basti qualunque uomo”. Con disprezzo del burocrate, e il malcontento
del burocrate stesso.
Era
chiaro anche l’altro aspetto, la burocrazia pletorica, costosa, inefficiente:
“L’enorme numero degl’impiegati poi, oltre il dispendio incredibile che
partorisce all’erario, produce il pessimo effetto di dare all’amministrazione
un’aria di pedanteria, perché egli è evidente che a scusare la loro esistenza
si sono dovuti separare uffizii inseparabili, e ridurre ciascuno ad un tritume
di pratiche , e con perdita di tempo, di denaro e di ordine affidare a quattro
ciò che meglio sarebbe andato fatto da uno solo”.
Europa-Usa – È una
relazione privilegiata all’apparenza e di costante concorrenza, se non ostilità
,di fatto. Prosegue dal lato europeo nel quadro dell’interdipendenza che
reggeva la guerra fredda. Di alleanza stretta contro un mondo radicalmente
ostile. Mentre gli Usa se ne sono sganciati a partire dal 1973, nel quadro
della multipolarità di Kissinger, che introduceva altre sponde nello scacchiere
internazionale. Di cui i primi esiti furono la guerra del Kippur, che prese
Israele di sorpresa, e la concomitante guerra del petrolio, a opera dell’Iran
dello scià e dell’Arabia Saudita, i due paesi mediorientali più legati a
Washington. Per agganciare il nazionalismo arabo e islamico, e mettere a nudo
l’Europa, petrolio dipendente. Lo stesso poi per i diritti civili e umanitari.
Per la globalizzazione, che si è fatta lungo l’asse Usa-Cina. Per il
nazionalismo antirusso nell’Europa orientale e fin nel il Caucaso: tante guerre
sono state sono impiantate all’interno
proprio dell’Europa. Per l’islam radicale in tutto il Medio Oriente e il Nord
Africa fino all’Algeria, ormai da trentacinque anni, un mondo che è la
frontiera dell’Europa. Il tutto, sempre,
a iniziativa e con il patrocinio Usa.
All’Apec
di Pechino, il forum dei paesi del Pacifico, si è deciso che la Russia che avrà
un’area di libero scambio con gli Usa come potenza asiatica. Perché la Ue non
le consente di restare in Europa? O meglio, non sa di non consentirlo, ma fa
quello che gli Usa le dicono di fare.
Marx – La vera
biografia resta da fare, che pure è semplice. Marx era uno che capiva una diecina di lingue, corrispondeva con
migliaia di persone, leggeva i giornali di tutto il mondo. E non ha mai fatto
la fila per il burro, benché disoccupato.
Si è cos detto tutto. Si può aggiungere che
fu marxianamente figlio del tempo, gli anni fra il 1851 e il 1862, quando
rintanato nella biblioteca al British Museum ponzò i quattrocento articoli per
la New York Tribune e la New American Cyclopedia e la critica
dell’economia, mentre i tribunali disgregavano il comunismo e la corsa alla
ricchezza subentrava con la pace alla scoperta dell’oro in California.
Non fu marxiano, però, per il lavoro. Non solo in Ford alla fine, e
in Owen all’inizio, ma nella Cadbury, alla Rowntree e in ogni altra azienda
quacchera, in molte società cattoliche e in quelle socialiste del mutuo
soccorso, l’Ottocento ricorreva al lavoro per migliorare l’igiene e
l’istruzione, o il rispetto di sé. Finché il lavoro non fu disseccato nel
plusvalore. Di cui le critiche presto erano emerse con Eduard Bernstein, e poi
con Rosa Luxemburg, semplici, Marx le avrebbe sottoscritte: il moderno
proletario è sempre povero ma non pauperizzato, la crescita della ricchezza non
viene con la diminuzione del numero dei capitalisti ma con la loro
moltiplicazione – si potrebbe fare un partito di massa dei ricchi, non fossero
tanto ricchi da farsi passare per poveri. E lo slogan “i proletari non hanno
padri” non è vero, purtroppo. Ma questo era contro l’interesse del Partito a
farsi Stato.
Non
fu però buon politico: collerico, fazioso, dispettoso. Non un agitatore, era un
pantofolaio. Ma era cattivo politico perché era cattivo comunista.
Mediterraneo – È la riprova
che l’imperialismo è volontario – una forma di servitù volontaria. In larga
misura e nella sua essenza: convince prima di opprimere.
È
stato da tempo svuotato a favore del Nord Europa. Se Dante è tedesco – quando
non è islamico. La pittura italiana origina dalla fiamminga e anzi la copia. La
scoperta dell’America è vichinga – quando non è islamica, anch’essa. E anche l’umanesimo,
chissà: non erano Petrarca e soci che andavano in cerca di Platone ma i
conventi tedeschi che li conservavano, e magari glieli nascondevano, agli
italiani predatori, per meglio conservarli. Del resto non è da oggi che la
Germania incarna la Grecia – che anch’essa è venuta dal Nord, dorica e
“ariana”.
Lo
svuotamento non avviene con la forza, ma con la persuasione – con la forza
delle cose. Si vede nei due paesi che sono allo stesso tempo mediterranei e
atlantici, o continentali, Francia e Spagna. Per i quali il Mediterraneo è
politicamente, territorialmente, e socialmente inesistente, quando non è un
danno. Se la Catalogna si staccherà dalla Castiglia, la Castiglia ne sarà al
fondo contenta. La Catalogna che peraltro è, con le Baleari, una dépendance, immobiliare e di affari,
della Germania
Ora
il Mediterraneo viene riempito di profughi e assassini, nel nome del’islam e
della riconquista. È una legge fisica: il vuoto si riempie. Ma quanti quisling:
non si può dire che il Mediterraneo sia stato o sia coartato: è stato ed è
volentieri gregario. Si vede nella crisi economica. Si vede nell’uso delle
macchine – ah, le macchine tedesche, che vogliono sempre assistenza.
Neoguelfismo – È ancora
arretrato rispetto al “Rinnovamento” dell’abate Gioberti: avversione ai
concordati, separazione assoluta delle giurisdizioni laica ed ecclesiastica,
matrimoni civili, istruzione pubblica, riscatto della manimorte, nessuna
sovranità, né di Stato né di territorio, al papa, con vantaggio per la sua
autorità morale e spirituale.
O
al Capecelatro, arcivescovo di Taranto, intellettuale napoletano giansenista,
ma di etica epicurea più che rigorista. Che propugnava un’istruzione laica e
liberale, e polemizzava contro il celibato ecclesiastico, la censura
(inquisizione), la clausura, l’infallibilità e l’assolutismo pontifici.
Plebiscitarismo – “Il guaio è
la carenza, non l’eccesso, di leadership”, lamenta bene Michele Salvati su “Lettura”
ieri. Il plebiscitarismo ha moltiplicato la mediocrità - arrivismo,
pressapochismo: dal sindaco di Roma Marino allo stesso Grillo.
astolfo@antiit.eu
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