È la raccolta dei testi sociali di
Céline. Rapporti da “esperto” dei servizi sanitari della Società delle Nazioni,
e da animatore del dispensario di Clichy, a Parigi, teorico della “medicina
standardizzata”, che poi diventerà la sanità per tutti. “Le assicurazioni
sociali e una politica economica della salute pubblica” è del 1928. Una
raccolta edita curiosamente solo in italiano, e trascurata perfino dai biografi
più prolissi – con la sola eccezione della “Nota sull’organizzazione sanitaria
delle fabbriche Ford a Detroit”.
Sono testi d’impianto asettico ma
col taglio già sovversivo, che diventerà la cifra della scrittura d’invenzione
di Céline: una testimonianza insieme grottesca e veritiera dei problemi del
lavoro e della medicina sociale. Allora, ottant’anni fa, e ancora adesso. Di
un’umanità muta alla deriva, tra l’utopia del benessere che viene dallo Stato e
i sogni folli dei prometei d’impresa. Dell’ipercapitalista Ford che dava un
lavoro a tutti, anche agli storpi e ai folli, perché tutti avevano diritto a un
reddito, e poi controllava che la paga non spendessero alla cantina.
Ultimo argomento, ma siamo solo al
1933, è: “Per stroncare la disoccupazione stroncheranno i disoccupati?”
Louis
Ferdinand Céline, I sotto uomini
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