domenica 30 novembre 2014

La disoccupazione come follia in Céline

È la raccolta dei testi sociali di Céline. Rapporti da “esperto” dei servizi sanitari della Società delle Nazioni, e da animatore del dispensario di Clichy, a Parigi, teorico della “medicina standardizzata”, che poi diventerà la sanità per tutti. “Le assicurazioni sociali e una politica economica della salute pubblica” è del 1928. Una raccolta edita curiosamente solo in italiano, e trascurata perfino dai biografi più prolissi – con la sola eccezione della “Nota sull’organizzazione sanitaria delle fabbriche Ford a Detroit”.
Sono testi d’impianto asettico ma col taglio già sovversivo, che diventerà la cifra della scrittura d’invenzione di Céline: una testimonianza insieme grottesca e veritiera dei problemi del lavoro e della medicina sociale. Allora, ottant’anni fa, e ancora adesso. Di un’umanità muta alla deriva, tra l’utopia del benessere che viene dallo Stato e i sogni folli dei prometei d’impresa. Dell’ipercapitalista Ford che dava un lavoro a tutti, anche agli storpi e ai folli, perché tutti avevano diritto a un reddito, e poi controllava che la paga non spendessero alla cantina.
Ultimo argomento, ma siamo solo al 1933, è: “Per stroncare la disoccupazione stroncheranno i disoccupati?”
Louis Ferdinand Céline, I sotto uomini

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