Con le immagini di Olmi sempre suggestive,
perfino aggressive, la guerra senza epos. In trincea, in attesa, l’azione
minima, mortale, il centenario si celebra senza sbocco. In ambiente e aura claustrofobiche, la
metafisica della guerra: una violenza subita. Senza rivolta possibile, solo
rassegnazione.
Se l’“Iliade”, la prima guerra, è il
poema della forza, poco ne resta, se non l’oblio – “torneranno i prati, e
nessuno si ricorderà di noi”. Con la condanna del “Dio, patria, famiglia” che era la
retorica del tempo, piana, come un dato di fatto: Dio “non ha saputo salvare
suo figlio”, e la moglie il soldato trova, a una breve licenza dopo sei mesi di
trincea, a letto con un altro, pratico – “la donna ha bisogno del’uomo più di
quanto l’uomo abbia bisogno della donna”.
Ermanno Olmi, Torneranno i prati
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