Piove,
tracimano i fiumi, si allaga mezza città, Milano s’indigna. Ma sul fatto: l’eccesso
di edificazione, bonifiche e arginazioni in ritardo o insufficienti, benché la
legge e gli stanziamenti datino dal 1951, la statistica storica degli allagamenti.
Per un giorno o due, poi basta. Piove anche a Roma e non si allaga niente. Ma
le cronache dei giornali sono indignate. Ancora due giorni dopo. Parliamo dei
giornali che hanno la cronaca di Milano e quella di Roma, il “Corriere della
sera” e “la Repubblica”. Lo stesso criterio vale per la raccolta dei rifiuti,
per la delinquenza urbana, piccola e grande, per gli sballi giovanili il sabato
sera, per i regolamenti di conti tra pusher.
A
Roma le cronache sono agitatorie perché il lettore è agitato? Non sembra, il
romano è pacioso, a differenza del milanese lesidiritti, che su ogni questione
s’impunta e cambia anche casacca politica. E allora? Due linguaggi nello stesso
giornale non è possibile. Due pesi e due misure.
A Milano l’8
luglio l’acqua invase da Niguarda fino alla stazione
Garibaldi. Era il trecentesimo o quattrocentesimo allagamento di Milano Nord
dal 1951, dalla legge speciale. Il centonovesimo dal 1976, il quattordicesimo
negli ultimi 48 mesi, e il secondo in due settimane. Dell’alluvione milanese
Legambiente disse: “Sono caduti 61 millimetri di poggia e quindi non è un
nubifragio”.
A Roma giovedì 6 sono caduti 100 mm. di pioggia e non si è allagato niente.
Ma oggi sabato le cronache sono ancora minacciose: “Voragini, crolli e traffico
in tilt”, “Roma con l’acqua alal gola”, “Aeroporto allagato”, mentre non lo è
stato, “L’Appia Antica invasa dall’Almone”, che invece è intombato, “La pioggia
e la resa di Roma, una gigantesca tragedia”.
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