Aveva scelto
i dintorni di Varese, “città giardino”, quasi la Svizzera, per il suo buen retiro da Milano e dall mondo, da “agricoltore”,
come si qualificherà nei documenti.. Salvo vederli invasi come tutta l’Italia
negli anni postbellici da polvere e cemento. Una “distruzione” contro cui non
cessa di battersi, con articoli di giornali, sul “Tempo” e “La Prealpina”, e
con lettere. Di cui una, polemica e inedita, a Umberto Eco. L’ecologia fu un fronte
inquietante e importante per lo scrittore, come documenta questo piccolo catalogo
di una mostra che Varese qualche tempo fa che i suoi amici e estimatori gli hanno
dedicato al chiostro di Voltorre.
“La
bellezza è richiamo, è ricchezza”, spiega in un articolo del 1952, “e se il
proletariato svizzero è il più agiato d’Europa lo deve al 70 per cento al fatto
che lassù questa verità è stata compresa per tempo”. Il paesaggio, insiste, è “cosa
tua”, tua di ognuno. Una ricchezza che eccede anche l’arte: “Veramente la
natura eccede talvolta le facoltà dell’arte, se non altro per l’impossibilità
che è in certe creature di capire nei limiti di essa e di acconciarsi al suo
modulo”.
Guido
Morselli, Natura e uomo, Nem, pp.24
€ 10
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