Vuole
fare la guerra a Putin. Contro i suoi interessi, sembrerebbe, e invece no, perché
i suoi interessi sono le guerre. Non sarà così, ma è quello che Milano dice e
fa: la militanza è il suo motto. Ora costringe il segretario generale della Nato,
che si era avventurato in un’intervista al “Corriere della sera”, a precisare
che la Nato non “avverte Putin” come
il giornale gli ha fatto dire. E anzi di aver voluto sottolineare “come non ci
sia una soluzione militare alla crisi e come l’Ucraina stessa non sia Paese
membro dell’Alleanza Atlantica”. Cioè il contrario: la Nato “avverte” gli
oligarchi capimafia dell’Ucraina, che Milano continua a presentare come i
difensori della democrazia, che l’Ucraina dev’essere governata col rispetto
delle minoranze.
Non
è ignoranza, è come se Milano ci volesse morti. Non ci vuole in guerra solo con
Putin. Anche con Renzi. Nel nome dei centri sociali. Anche con l’Italia tutta –
il Sud perché è il Sud, Roma perché è Roma, etc. Dopo la lunga serie di governi
che ci ha imposto di tasse-e-tagli, quello inimmaginabile dei banchieri di
Monti, e i vari Berlusconi-Tremonti. La ricetta tedesca arcigna sostenendo, che,
ormai è risaputo, ha avvelenato l’Europa, forse a morte. Nonché la politica criminale,
strafottente, divisiva, che domina l’Italia da un ventennio e più, dei suoi
giudici, di Bossi, di Berlusconi, di Banca Intesa e della Bocconi. Dell’abbandono
della scuola pubblica, anzi dell’università, e della sanità. Al mercato, delle
libere avventure finanziarie. L’orecchio ai banchieri d’affari.
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