Sono
sorpresi per primi i suoi: Renzi si smarca da Berlusconi senza necessità – le legge
elettorale è un pretesto – e cioè per fare le elezioni?
Non
è la prima volta che Renzi sorprende i collaboratori, da uomo solo al comando.
Ma mettersi con Grillo non è una strategia dei “due forni” andreottiani, un
colpo a destra e uno a sinistra. È rinunciare alle riforme istituzionali, su cui
aveva puntato come bandiera. E limitare quelle politiche e sociali al fisco sul
lavoro. Perché con Grillo le elezioni diventano sicure, e la legge delega del
Jobs Act finisce con la legislatura, nonché le riforme delle Camere e del governo..
Le
elezioni a questo punto non sono escluse. E ritorna un “election day” a fine marzo,
attorno alla domenica delle Palme. Unificando il voto regionale con quello
politico. Che vorrebbe dire condizionarlo: dare anche al voto delle Regioni, da
cui Renzi è tenuto in larga misura fuori, il senso del voto politico, che a
ogni sondaggio e previsione non sarà che renziano.
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