Anomia – Con la
comunicazione diffusa un libertinismo altrettanto diffuso si impone.
Altrettanto confuso, l’autorità escludendo, così come la formazione (la storia,
la logica). Ogni forma di conoscenza additando come autoritaria ed escludendo: quella d
egli affetti, parentale, quella
conoscitiva, della scuola, quella morale, della
religione, e la legge, quella politica.
La comunicazione diffusa esclude la socievolezza e la società? Nel nome di un diffuso anarchismo.
Confuso, necessariamente. Illuso.
Francesco - Fu
francescana prima che gesuita, e più radicale, la svalutazione della volontà o
capacità di giudizio personale - il “perinde ac cadaver”. La superbia
intellettuale Francesco combatté al punto da imporre per testamento ai suoi
seguaci la rinuncia alla cultura. Una forma cosciente
di misticismo, e perciò molto intellettuale – filosofica, razionale: la verità
e la grazia saranno preminenti sulla ragione nel raggiungimento della verità,
ma non per caso o per deriva naturale, bensì per cultura e raziocinio.
Freud – Nella
lettera a Romain Rolland per i suoi settant’anni si professa
psicopatologo e non scienziato: “Il mio lavoro scientifico si è dato per
obiettivo di elucidare i fenomeni inabituali, anormali, patologici, della vita
psichica, cioè di metterli in relazione con le forse psichiche che li sottendono e di far
apparire i meccanismi che vi sono attivi”. Daprima esercitandosi su
se stesso, aggiunge, poi su altri, infine , “in un’estensione audace”, di
farne la teoria.
Marx - Si
vuole Marx economista e agitatore e non filosofo. E invece lo è, sotto forma di
Heidegger, il primo marxista: i tedeschi della rivoluzione conservatrice, che
Marx abominavano, se ne sono appropriati i criteri e gli obiettivi, anche se
solo in funzione antiliberale. Marx fu economista fantasioso, essendo
autodidatta, e politico mediocre, litigioso, invidioso. Il nodo è il corpo, la
materia, il mondo. È l’estraneità dell’essere quale è, materiale, che ha
nutrito la borghesia, e la chiesa oggi borghese, e le fa ipocrite, quindi
stupide.
Già
in questo senso il nazismo era marxista. Per essere, come si sa, biologico -
materialista. Per la percezione del corpo in quanto eredità, sangue, passato
che non passa, con tutto ciò che questo implica di fatale, quindi obbligato. Un
Diamat ematologico. Chiunque enunci un affrancamento dalla fisicità senza
coinvolgerla tradisce e abiura, è il nemico.
Lo stesso antiumanesimo che
Heidegger dichiara è il Diamat. Col popolo e il popolare. L’insistenza sul völkisch,
volumi di völkisch, il principio v., l’essenza v., lo
spirito v., la voce v., la scuola v., la gioventù v.,
durante e dopo Hitler, e prima? Una riscrittura di Marx, l’“ebreo tedesco” di
Bakunin - la Prima Internazionale fu
rissosa.
Nevrosi – È la specializzazione scelta dal medico psichiatra
Freud, che ne esce col complesso di Edipo e il romanzo familiare.
Strutture psichiche che in seguito universalizza, facendone le forche
caudine della psiche umana in genere. Per una nevrosi, non abbastanza curata nell’autoanalisi
con cui avviò il tutto?
Opinione pubblica – Si parla di opinione pubblica
in epoca borghese. Nella sua conformazione più tipica essa è legata al regime
politico rappresentativo, o liberaldemocrazia. In una cultura in cui valori
laici, o profani, subentrano alla sacralità del potere, e le forme del
cambiamento si moltiplicano, nella tecnica, nel modo di vita, nella morale. È il
polmone che articola la dialettica rappresentanti-rappresentati,
modernità-passato.
Ma pur
esprimendosi più ordinatamente in una fase della società e in un determinato
regime politico, è sempre stata attiva nella storia. Nel corso dei secoli,
prima ancora dell’epoca borghese, è stata l’unico veicolo di espressione dell’indistinto
popolare. L’opinione pubblica ha quindi una s seconda connotazione, popolare, sostanzialmente
diversa dalla prima, che riemerge con la cultura di massa.
A lungo articolata
e espressa in ambiti ristretti, tra chi sapeva leggere, e sapeva parlare, l’opinione
pubblica è divenuta di massa col suffragio universale, lo Stato sociale, l’economia
dei consumi, e la pubblicità. Usata correntemente in un’accezione deteriore,
come opinione non qualificata e prona a sordidi condizionamenti, l’opinione di
massa mantiene tuttavia una forte valenza democratica, non solo perché influisce
sulle scelte politiche e di economia di mercato
ma anche perché zavorra il soggettivismo delle élites e le sue propensioni narcisistiche. È un grande stomaco
della società, che assimila lentamente i messaggi. Questa ruminazione è
importante, in larga misura determinante, in un’epoca d’incertezza, quando la
stessa opinione qualificata subisce impennate labili.
L’opinione
di massa, d’altra parte, non è naturalmente democratica, ma si alimenta
attraverso l’opinione qualificata. Se la dialettica tra giornalismo di qualità
e opinione corrente è interrotta o non funziona, si pone un problema anche per
la democrazia. Coinvolgendo l’opinione qualificata, però, più che quella di
massa.
In
epoche normali l’opinione pubblica resta il cuore “democratico” della
democrazia per un’altra ragione. La tirannide democratica non viene dietro a nessun’altra
per scelleratezza. Ci vuole quindi ujn antidoto all’assolutismo anche in
democrazia, e questo è l’opinione pubblica: Una riflessione continua sui tempi prolificanti
dell’etica, che pongono scelte sempre vischiose, se non sono ben ponderate. Cosa a cui può servire il pro e il contro, e l’opinione
dei più.
Pedagogia –Una funzione esaurita o
svuotata dalla
comunicazione istantanea e “totale”, invasiva. In famiglia, a scuola, e nei
gruppi di eguali. La morte della pedagogia va in uno con
l’anomia. Con l’abrogazione della legge, come di ogni altra indicazione o obbligo che venga da
fuori, e quindi “dall’alto”.
zeulig@antiit.eu
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