Con
appunti inediti, una scelta degli scritti di Craxi dall’esilio in Tunisia, a
cura di Andrea Spiri. Un commento, più che altro, ai fatti di Mani Pulite e del
finanziamento dei partiti. Con medaglioni ovviamente non simpatetici dei
protagonisti della “Seconda Repubblica”, Bossi,
D’Alema, Fini, Prodi, Di Pietro, Boccassini, e anche Berlusconi, suo amico
personale. Non Borrelli, non Scalfaro, i protagonisti del golpe. Il solito Craxi
ne emerge, quello vero, che crede nella politica anche nella rovina, non sa
vedere quanto di marcio c’è in essa, al Quirinale, nella giustizia, a Milano, e
semrpe si giustifica, come se fosse al tribunale dei giusti. Per essere un buon
socialista, chissà, o un buon milanese. Un uomo che ha distrutto il suo partito
per ingenuità più che per protervia.
Pezzo
forte della raccolta è la nota ipotesi sull’odio violento di Berlinguer contro
i socialisti. Craxi lo attribuisce a una sorta di Edipo: Enrico Berlinguer, di
famiglia marchionale, massone e socialista, e presumibilmente patriarcale se
non autoritaria, se ne libera facendosi comunista. Proletario cioè. E anche
antisocialista. Ma antimassonico? La guerra incredibile che, contro ogni
opportunità politica, e anzi convenienza, combatté contro la riforma della Costituzione,
e i suoi reduci sperduti nel bush combattono
tuttora, attribuendola a Gelli (a Gelli….), sa invece di massoneria: di lotta
tra diverse obbedienze e logge concorrenti, più
meno deviate.
Ma, poi,
l’Edipo è storia anche del cugino Cossiga. E qui entriamo nelle sabbie mobili.
Bettino
Craxi, Io parlo, e continuerò a parlare. Note e appunti sull'Italia
vista da Hammamet, Mondadori, pp. 245 € 15
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