Loti prova a rinnovare i fasti di
“Aziyadé”, il suo primo romanzo, di successo fulmineo, che consacrò l’esotismo
dell’Oriente, con l’amore libero, carnale. In un certo senso lo racconta meglio
che in “Aziyadé” un viaggio tra l’onirico e l’immaginario, ma sempre sostenuto,
dell’amore smarrito nel cafarnao di Stambul-Costantinopoli. Roba però da non
credere, oggi come probabilmente allora, neppure nella chiave maschilista
dell’epoca. L’Europa ha bisogno di illudersi?
Pierre Loti, Fantasma d’Oriente, Asterios, pp. 94 € 10
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