lunedì 22 dicembre 2014

Il mercato delle quattro chiacchiere

Il mercato rionale non conviene più. Non da ora. Molti supermercati sono sorti nel quartiere, grandi e piccoli, che offrono più varietà, prezzi più convenienti, anche di molto, e prodotti freschi più freschi . Il mercato ne tiene conto, che ha dimezzato i banchi. E tuttavia è sempre frequentato, specie dalle persone che meno di tutti se lo possono permettere, pensionati di una certa età e, si suppone, di minore capacità di spesa. È un luogo d’incontro. Quasi tutti in effetti si conoscono, i commercianti coi clienti e i clienti tra di loro, dopo anni di frequentazione.
Così è sempre stato visto il mercato di quartiere, come il negozietto dell’angolo, dai viaggiatori e residenti stranieri. Come un’istituzione molto italiana – che anch’essa, dunque, va a morire? Le persone che non se lo potrebbero permettere si pagano volentieri le quattro chiacchiere.
Una istituzione italiana anche nell’obbrobrio, soprattutto degli inglesi, che all’estero amano essere intelligenti e non hanno mai “capito” – l’inglese difficilmente capisce - come uno possa andare al banco o nel negozio d’angolo e pagare di più la stessa cosa che compra in un supermarket a meno. Il “Times” ha scritto molto in argomento, non solo per riempire l’estate.
Nell’inflazione degli anni 1970, dei manifesti “telefonate al governo” (contro i commercianti esosi), i mercatini furono indicati da economisti e giornalisti come fattori d’inflazione. Un’inflazione di parole perse?   

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