Il sesso è tema costante di Moravia, più
spesso nella forma dell’iniziazione dell’adolescente. Con un che, anch’esso
costante, di meccanico. Non di meccanica fisiologica, degli ormoni o della
pubertà, ma di libresco. Di un vissuto come dietro una guida: scritta, critica.
Arida: fra i racconti meno vivaci.
La fisiologia e anche la passione non
dovevano essere ignote a Moravia, almeno in teoria, stante il gran numero di
vittime del suo fascino giovanile. E poi, in età matura, del suo gusto tirabaci
dell’abbigliamento, del richiamo remoto sotto le sopracciglia cespugliose, dell’inseminazione
magnetica, specie delle dame in età. Nonché di marito, ogni volta, di una più
giovane. Vittima si direbbe tipica di quella vague des passions che Chateaubriand denuncia come “male morale”
nel “Genio del cristianesimo” - che oggi si ripubblica, evidentemente non a
caso: “Lo stato d’animo che precede lo sviluppo delle passioni, quando le
nostre facoltà, giovani, attive, integre, ma chiuse, si sono solamente
esercitate su stesse, senza scopo e senza oggetto”. O non lo precede, ristagna,
in una sorta di onanismo, di compiacimento inesausto.
Il segreto forse l’ha carpito Fernanda
Pivano nelle note che fa risalire al 1946, di Moravia a 39 anni, nella raccolta
“Medaglioni” - un ritratto più incisivo, se vero, del “Bambino Alberto” di Dacia
Maraini. Di un uomo distratto, sempre, in qualsiasi situazione. Introverso al
massimo, sotto la socialità esasperata - Moravia lavorava al mattino, dal
pomeriggio era sempre fuor, l’autore di “forte produttività e vasto
presenzialismo” che inquietava Arbasino, e i romani naturalmente. Che tutto guarda e misura in rapporto a sé, inquieto,
irritato, dopo pochi minuti di attenzione.
Il ritratto d Pivano vuole essere
cattivo. Ma è freddo anche “L’amore coniugale” moraviano, dopo gli
apprendistati. E le promesse di amplesso di questa raccolta. Come sono
meccaniche le sue femmes revoltées
degli anni tardi – e mogli giovani: la golosa Beatrice Cenci del dramma, la demi-vierge Desideria della “Vita
interiore”, o Alice, la vergine di programma del dramma “Voltati, parlami”. Non
una mancanza, non fosse che Moravia presenta l’iniziazione al sesso come
l’iniziazione alla vita. A una vita spenta?
Alberto Moravia, La villa del venerdì, Bompiani, pp. 228 € 7,80
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