domenica 28 dicembre 2014

La storia contro il presente

Lo studioso si diverte – almeno sembra. Il lettore meno.
Già autore, cinque anni fa, della storia d’Italia come complotto, Canfora allarga il tiro, al metodo storico, a un qualsiasi metodo? Così sembra, alla fine e al fondo della raccolta. Che riunisce le sue collaborazioni al Corriere della sera.
Argomento trito, trenta, cinquanta e cent’anni fa i professori di storia, anche moderna, anche antica, cominciavano le lezioni con la metodologia: cos’è e com’è fatta la storia. Come valutare i documenti, come rapportarsi, in quale contesto, etc. Canfora purtroppo non rinnova. Analizza i temi d’attualità sullo sfondo di quanto si è detto o saputo in passato: la giustizia, la cittadinanza, la libertà. E se fossero gli oligarchi il motore della storia? Parla di Renzi? Canfora ha l’aria di uno che è uscito dalla biblioteca tardi, ha scoperto la politica e ne è intossicato.

Ma un quarto tema pone come attuale, che riscontra sull’antico: il falso. Poiché siamo all’epoca del falso. Di cui fa parte anche lo storico, quando ha ragione – per la casuistica (paradossia) dell’Epimenide cretese (“Epimedide crete dice che tutti i cretesi sono bugiardi”). In questo senso, non fosse la sua una polemica, sarebbe di qualche interesse.
Dov’è il presente? Non c’è. E del resto al filologo non è richiesto. E invece c’è, surrettizio. Canfora non condivide questa Seconda Repubblica, pasticciona e confusa. Non che abbia torto, poiché la Seconda Repubblica è pasticciona e confusa, ma Canfora va più in là: lo è perché non è più togliattiana, comunista. Non lo dice, ma si sa: non si intendono altrimenti i sarcasmi, che da qualche tempo pervadono le sue trattazioni, mai distaccate.

La raccolta è sempre piena dell’inventiva che caratterizza il filologo, della sua capacità di rileggere l’antichità e i classici. Di contestualizzarla, più spesso a sorpresa ma senza mai sbandare, di spiegarla, di farla rivivere. Ma da qualche tempo, e anche in questa raccolta, ne è il filo, straripando sul lettore con le sue verità politiche. Che tutte ruotano attorno al “potere” – delle masse, degli oligarchi, dell’opinione, storiografia compresa (compreso Canfora: avere ragione è “esso stesso un elemento storico, cioè soggetto al mutamento”). Che può essere una buona traccia, per un robusto romanzo o una fine riflessione. Ma non in Canfora, non da ora. Coinvolto volendosi a un presente idiosincratico, che sempre disturba. Da un pulpito peraltro screditato.
Luciano Canfora, Il presente come storia. Perché il passato ci chiarisce le idee, Rizzoli, pp. 265, ril., € 18

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