Vent’anni fa, dopo il golpe di Borrelli
e Scalfaro, col “Corriere della sera”, contro il governo eletto (“il Monaco” è
da intendersi il presidente Scalfaro):
“L’appello
di Mario Baldassarri, con corteggio di Modigliani, Prodi, Sylos Labini e altri luminari
della scienza triste, tutti galantuomini, per salvare la finanziaria dopo due mesi di scioperi,
manifestazioni e violente proteste che gli stessi gravemente avallavano, è di
una disonestà intellettuale che se non fosse vera sarebbe incredibile.
“È
anche vero che il fronte anti-Berlusconi tace da dieci giorni. Le indiscrezioni
infamanti sono durate solo tre giorni. Ha bloccato tutto l’altolà del Vaticano
e dell’“Avvenire” - del cardinale Ruini capo dei vescovi? Il primo giorno dopo
l’annuncio dell’avviso di reato si dice che Berlusconi è accusato da quindici
pentiti. Il secondo giorno che è accusato dal fratello Paolo e dal contabile
Sciascia. Il terzo giorno Berlusconi ha il conto segreto in Svizzera (uno solo?).
Non si dice, si fa scrivere, è il solito canovaccio della disinformazione: c’è
sempre in ogni redazione un giornalista dei servizi.
“Il
taglio delle pensioni è necessario, in un modo o nell’altro (età, rendimenti,
cumulo), e prima si fa meno sarà duro da digerire. Si fosse fatto con la
finanziaria 1986, con la proposta De Michelis di una previdenza solida – e
un’assistenza solida! – non avremmo tanti lutti. Converrebbe anche – sarebbe
convenuto? – che lo facesse un governo di centro-destra, al quale sarebbe
politicamente e costituzionalmente agevole strappare garanzie, a salvaguardia
dei diritti minimi. Ma gli ex Pci, con i sinistri ex Dc, sono sempre quelli del
tanto peggio tanto meglio. Che sempre gabellano per la rivoluzione. Ora contro
Berlusconi, perché no. E il peggio di tutto è che ci credono.
“Si
sarà fatto uno sciopero politico a nessun fine perché in realtà non c’è altra
ricetta salva pensioni. Si farà fra dieci-quindici anni quello che si poteva
fare oggi. A un costo non indifferente: il debito sarà cresciuto di un altro
milione di miliardi.
“Borrelli
e Paolo Mieli hanno affossato il governo per dare tutto il potere al Monaco.
Che ha già stroncato la la finanza pubblica e l’economia: il debito è cresciuto
fra settembre e novembre di 25-30 mila miliardi. Fra dieci anni, anzi fra tre,
l’Italia sarà fuori dal circolo virtuoso dell’economia: si trascinerà nella
crisi e anzi nella depressione. Adesso siamo nel boom perché viene tollerata la
svalutazione della lira. Ma non si può pensare che un’economia di tipo
sudamericano, con svalutazioni competitive a catena e senza una politica del
debito pubblico venga tollerata indefinitamente dall’Unione Europea. E non
soffochi, con gli alti tassi d’interesse e l’alto costo delle materie prime, l’industria
“buona”, quella che investe, migliora la produttività, sa vendere, crea il
futuro.
“La
storia di questi due anni di virtù legale sarà stata infernale: la giustizia
appropriata dai lestofanti”.
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