giovedì 4 dicembre 2014

Lo spread di Scalfaro vent’anni fa

Lo spread inflitto all’Italia nel 2011 aveva avuto un precedente vent’anni fa di questi giorni, autoinfilitto dal presidente della Repubblica Scalfaro (“il Monaco”) in odio al governo, anche allora di Berlusconi:
“Ma quanto ci costa, questa crisi annunciata via “Corriere della sera”, quante diecine di migliaia di miliardi? In aggiunta a quelli che il Monaco ci ha già costretti a pagare prima delle elezioni con le sue esternazioni, e con quelle dell’inviolabile Violante, con le perquisizioni a valanga della sua protetta Principato, provocando la più colossale fuga di capitali della storia? Il conto è semplice e si può fare in molti modi: quanto paga lo Stato, quanto paga la lira, e chi opera sulla stabilità della lira, quanto i consumatori attraverso il rincaro di benzina, caffè, carta e altre materie prime.
“Prendiamo quanto costa allo Stato. Il differenziale con i tassi d’interesse tedeschi, sui titoli di Stato e sui tassi creditori, è stato portato a quattro punti (oggi si direbbe a 400 punti base, n.d.r.). Quattro punti in più sullo stock del debito a termine breve-medio del debito pubblico fanno 70 mila miliardi. Consideriamo pure che due punti siano – ma non lo sono – un differenziale ”normale” tra liretta e supermarco, restano due punti: cioè 35 mila miliardi di interessi.
“È incapacità? No, l’affossamento della finanziaria ha padri nobili fra gli economisti: Andreatta, Prodi, Spaventa, Sylos Labini e molti altri”.  

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