Schäuble
paragona stamane Angela Merkel a Napoleone, in un’intervista con la
“Süddeutsche Zeitung”, il giornale – filosocialista, dunque nemico – della sua
città, Monaco di Baviera. Il ministro delle Finanze, l’unico sopravissuto della
vecchia guardia democristiana al ciclone Merkel, e per l’età avanzata forse
versato in questioni storiche (a marzo aveva paragonato Putin in Crimea a Hitler
nei Sudeti), dà la pagella al governo di cui fa parte. Di centro-sinistra ora
dopo quello di centro-destra. Di Angela Merkel apprezza la leadership: la
cancelliera ha mostrato qualità di comando che sono “non così acclamate come
per Napoleone, ma più di successo”.
Subito
il pomeriggio la “Welt” quotidiano ha sottoposto a esame la questione. In tono
semiserio, ma a tutto beneficio di Angela Merkel: la “Welt” della domenica
aveva dato la parola alla cancelliera per difendersi da Putin, il quotidiano
oggi la fa battere Napoleone per 10-0 – meglio di Germania-Brasile, dunque, che
sembrava impossibile (Schäuble ci faccia mente). Li accomunano la rivoluzione (entrambi
figli di una rivoluzione), la durata (Merkel a fine legislatura avrà
pareggiato, quasi, i sedici anni di Napoleone), i viaggi o spedizioni, la
Baviera (entrambi le hanno dato peso politico), la mano dura, i codici, la
retorica, l’egemonia, la Russia. Su tutti questi punti, nove, Merkel ha speso
meno e guadagnato di più. Poi c’è Waterloo: “Merkel domina in quanto scienziata
i principi base della matematica e si astiene dai giochetti. La storia le ha
dato finora ragione”.
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