C’è
molto tifo per la Bce e nessuna sostanza. La Banca centrale europea è anzi al
centro della deflazione con recessione che attanaglia la zona euro. Il quantitative easing, o offerta di
denaro, di cui i giornali si riempiono, e Draghi promette ogni paio di mesi da
due anni, è un’arma spuntata. È una mossa antispeculativa più che
anticongiunturale, e il suo effetto è legato alla rapidità e all’eccezionalità.
È come un fuoco di sbarramento in guerra: dev’essere massiccio e immediato. Quello che non è avvenuto.
Il
credito a costo (quasi) zero la Bce di Draghi l’ha praticato, diluito in più riprese,
a favore delle banche, senza effetto. Se ora lo allargasse, come Draghi da un
paio d’anni promette, ai titoli del debito pubblico, ugualmente non avrebbe
effetto. La Bce di Draghi potrebbe varare gli acquisti di titoli di Stato, se ci riuscirà, quando tra un mese la Grecia drà no, grazie, avendo votato, secondo tutti i sondaggi, contro euro e eurocrazie.
Il quantitative easing è inoltre efficace se, oltre che immediato, al primo insorgere della crisi, si accompagna a un politica fiscale generosa. Certamente non al deficit al 3 per cento del pil. Quando la Federal Reserve Usa lo dispose sei anni fa, nel caso di cui si fa spreco come precedente, il governo federale di suo l’aveva già praticato, con un disavanzo al 10-11 per cento del pil.
Il quantitative easing è inoltre efficace se, oltre che immediato, al primo insorgere della crisi, si accompagna a un politica fiscale generosa. Certamente non al deficit al 3 per cento del pil. Quando la Federal Reserve Usa lo dispose sei anni fa, nel caso di cui si fa spreco come precedente, il governo federale di suo l’aveva già praticato, con un disavanzo al 10-11 per cento del pil.
C’è
molto tifo fra i giornalisti accreditati soprattutto per Mario Draghi – lo
volevano al posto di Renzi, ora lo vogliono al posto di Napolitano, le solite
manovre di corridoio. Ma l’uomo della provvidenza bancaria sempre più è uno che
parla per non fare. O fa “poco
e tardi”, la ricetta per cui la cancelliera Merkel
è famosa, della quale è nei fatti il
depositario.
Con
la precedente gestione della Bce si faceva il necessario – per esempio si
compravano titoli pubblici – senza annunci e senza atti di contrizione. I
consiglieri tedeschi che protestavano e minacciavano le dimissioni trovavano la
porta aperta. Draghi si è specializzato negli annunci senza effetto. Lo spread fra Bt e Bund è sceso solo perché
i mercati si sono convinti che l’euro non salta.
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