martedì 16 dicembre 2014

Togliatti è un funerale

Feltrinelli ripubblica come nuovo per i cinquant’anni della morte il lungo ritratto che Bocca dedicò a Togliatti nel 1974 per il decennale, sempre della morte. Un ritratto cauto - chiaroscurale, cerchiobottista - che Luciano Canfora, togliattiano postero, rispolvera per il meglio. Togliatti figura in questa ritratto politico come l’uomo che ha preservato l’Italia dal peggio della guerra fredda, i poveri dall’avidità dei padroni, e la libertà dalla censura. Un uomo generoso – per esempio con Gramsci? E un intellettuale specchiato – a cui nulla quindi si può chiedere dell’hotel Lux a Mosca, dove i compagni sparivano di notte, né della Spagna o del Comintern, e naturalmente non delloro di Mosca?
Del resto la meraviglia di Togliatti parte dal funerale: “Un milione di persone…”. In effetti si ricorda strabiliati: il Pci sempre mobilitava mezzo milione e un milione di persone - fino a Cofferati, tre milioni nel 2004, per niente. E ha imparato al meglio l’arte dei funerali, a partire da Malaparte nel 1957. Che però era un’arte gesuitica, Gioberti lo denunciava un secolo prima di Malaparte, e perfino controriformistica.
È così che gli ex comunisti non hanno ancora finito di celebrare Berlinguer, sempre in morte, con la sua equivoca “questione morale” e delle “mani nette”, da cui escludeva il suo partito, che riprendono a celebrare Togliatti, con la stessa sicumera. I due “impostori” della politica (della sinistra) in Italia, quelli che l’hanno disidratata e dispersa. Le scelte che hanno contato per l’Italia prospera, quinta e a un certo punto anche quarta, potenza economica mondiale, lasciando alla Democrazia Cristiana: l’Occidente, l’economia sociale di mercato, l’Europa - e per la Dc non al loro santino Moro, che li portò al governo per stritolarli, ma a De Gasperi e Fanfani.
Del resto il ritratto si ripubblica come nuovo perché evidentemente c’è domanda. C’è voglia di revanscismo, si vede anche dal dibattito politico nel Pd, in quello che resta del Pci. A nessun fine, ma molto reducistico. E questa è l’eredità di Togliatti, non altra.
Bocca attribuisce al togliattismo la buona amministrazione nelle regioni rosse, ma molte pentole sono state da allora scoperchiate, in Emilia, in Umbria, in Toscana, lottizzazioni qui comprese e Monte dei Paschi. Senza contare che queste regioni si amministravano meglio anche prima, anche prima anzi dell’unità, Bologna e Ancona addirittura sotto il papa.
Qualcosa ci sarebbe da dire anche su Bocca testimone del tempo, spregiudicato come si voleva, ma un po' troppo. Del funerale si ricorda neglio sul “Giorno, il giornale per cui entrambi lavoravano, la cronaca di Bernardo Valli, “Un km. di corone (1.500) in corteo”.
Giorgio Bocca, Togliatti, Feltrinelli, pp. 640 € 22

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