Non è Draghi, è Visco “la persona di peso negli
affari internazionali” tra i papabili di Renzi per il Quirinale. Una sorpresa
per molti ma non per chi seguito le vicissitudini dell’Italia negli ultimi tre
anni, dagli stress test andando
indietro verso lo spread. Un sicuro
europeista ma uno che sa come vanno le cose in Europa da qualche anno. A
spese dell’Italia. E sa probabilmente come arginare l’offensiva, senza sterili
vittimismi.
Di
Ignazio Visco Renzi ha memorizzato l’intervista con cui puntualizzava, il 7
luglio del 2012, otto mesi dopo la sua nomina a governatore, la posizione
dell’Italia - registrata da questo sito sotto il titolo “La veritààà sullo
spread”:
Lo spread esagerato è “come se la Germania
ricevesse un sussidio dagli investitori internazionali”. Non solo: “Ciò crea
una grave forza centrifuga nell’area dell’euro”. Un circolo vizioso: più spread più spread - il fenomeno si autoalimenta, la Germania gongola, e non
ringrazia. Il secondo punto è che se lo Scudo anti-spread “fosse dotato di capacità d’intervento adeguata la sua
stessa esistenza aiuterebbe a non usarlo”. È la virtù degli accordi di
stabilizzazione: essere convincenti. Che il Fondo europeo o Meccanismo di
stabilizzazione non ha avuto per la micragnosità della Germania: “Un altro
luogo comune da sfatare, che sia la Germania a pagare per tutti. Un falso”. Ma
è vero che l’Italia non ci sa fare: “A fine anno (2012, n.d.r.) saranno stati versati
dall’Italia (per i salvataggi) circa 45 miliardi di euro, e non ci si è agitati
tanto. La Finlandia, che pesa per meno del 2 per cento, si è fatta sentire di
più”.
Sempre
prudente, Visco dice ora che dalla Bce non c’è da attendersi niente. Non lo dice, lo fa capire. Prudente non tanto,
però: Visco è uno che le cose le dice, ma con rispetto della politica. Sembra
in effetti l’identikit del presidente che Renzi cerca. Di prestigio, affidabile e anche giovane – sessantenne, ma “fuori dai
giri”.
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