sabato 6 dicembre 2014

Visco for president

Non è Draghi, è Visco “la persona di peso negli affari internazionali” tra i papabili di Renzi per il Quirinale. Una sorpresa per molti ma non per chi seguito le vicissitudini dell’Italia negli ultimi tre anni, dagli stress test andando indietro verso lo spread. Un sicuro europeista ma uno che sa come vanno le cose in Europa da qualche anno. A spese dell’Italia. E sa probabilmente come arginare l’offensiva, senza sterili vittimismi.
Di Ignazio Visco Renzi ha memorizzato l’intervista con cui puntualizzava, il 7 luglio del 2012, otto mesi dopo la sua nomina a governatore, la posizione dell’Italia - registrata da questo sito sotto il titolo “La veritààà sullo spread”:
Lo spread esagerato è “come se la Germania ricevesse un sussidio dagli investitori internazionali”. Non solo: “Ciò crea una grave forza centrifuga nell’area dell’euro”. Un circolo vizioso: più spread più spread - il fenomeno si autoalimenta, la Germania gongola, e non ringrazia. Il secondo punto è che se lo Scudo anti-spread “fosse dotato di capacità d’intervento adeguata la sua stessa esistenza aiuterebbe a non usarlo”. È la virtù degli accordi di stabilizzazione: essere convincenti. Che il Fondo europeo o Meccanismo di stabilizzazione non ha avuto per la micragnosità della Germania: “Un altro luogo comune da sfatare, che sia la Germania a pagare per tutti. Un falso”. Ma è vero che l’Italia non ci sa fare: “A fine anno (2012, n.d.r.) saranno stati versati dall’Italia (per i salvataggi) circa 45 miliardi di euro, e non ci si è agitati tanto. La Finlandia, che pesa per meno del 2 per cento, si è fatta sentire di più”.
Sempre prudente, Visco dice ora che dalla Bce non c’è da attendersi niente. Non lo dice, lo fa capire. Prudente non tanto, però: Visco è uno che le cose le dice, ma con rispetto della politica. Sembra in effetti l’identikit del presidente che Renzi cerca. Di prestigio, affidabile e anche giovane – sessantenne, ma “fuori dai giri”.

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