Ed
ecco finalmente, dopo tanto tuonare, il quantitative
easing si fa: la Bce si comprerà il debito greco. Non è molto, quello
detenuto fuori dalla Grecia dovrebbe essere sui 150-160 miliardi. E risanerà
definitivamente le banche tedesche, che ne detengono 80 miliardi. Poi negozierà
con Atene tassi ragionevoli, e anche il fiero Tsipras potrà recedere dall’intenzione
di non pagare il debito.
L’effetto
di questo quantitative easing sarà
nullo sull’economia dell’Europa dell’euro – la Grecia vi ha parte minima.
Mentre renderà più difficile l’uscita dalla recessione per economie più
consistenti, Italia e Francia. L’effetto espansivo di questo quantitative easing a scoppio ritardato è
minimo. E si accompagna a professioni di austerità rinnovate, a Bruxelles e
Francoforte, quali si succedono: nessuna flessibilità, ancora tagli e tasse,
solo tagli e tasse.
La
partita per l’uscita dall’austerità è sempre agli inizi. Renzi non ha ottenuto
nulla in dieci mesi ormai di governo.
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