Boom
del pellet. Il governo aspetta cinque-sei anni, che il costo altissimo del gas
spinga molti a passare al pellet, con bruciatore, termostati e tutto, cinque
anni dopo aver investito sul gas, con caldaie e tutto, e poi porta l’Iva sul
pellet dal 10 al 22 per cento. Quando si dice la crisi dei consumi.io dei
consumi.
“Senza
regole gli antibiotici non funzionano”: è una campagna pubblicitaria vistosa
(costosa) dell’Aifa, l’agenzia del farmaco. Perché gli antibiotici si vendono,
allora, liberamente?
In
prossimità delle feste Banca Intesa riduce la provvista di liquido alle
filiali. Il correntista deve correre a destra e a manca se per caso vuole fare
una spesa straordinaria, o ha troppi nipoti da regalare.
I
Comuni aumentano l’acqua a pochi mesi dal referendum con cui se ne sono ripresi
il monopolio. Con lo slogan “l’acqua è un bene pubblico”. Che però, ora dicono,
va inteso così: l’acqua non è vendibile, il servizio sì, la fornitura. Fanno
quindi pagare l’acquedotto, anche se insufficiente, e la depurazione, anche se
inesistente. Usano l’acqua per aumentare le entrate. Dopo aver fatto credere il
falso al referendum.
La
biglietteria del Parco della Musica a Roma è aperta fino alle 23. Ma alle 20,30,
dopo un viaggio di un’ora, non si può
prenotare per la Befana due giorni dopo.
Un addetto allo smistamento della coda lo impedisce: “Venga domani. Stasera non è
possibile: ci sono due casse e tre concerti da coprire”. Non c’è nessuna coda, ma il sindacalista è fermo - l’addetto
allo smistamento fa il sindacalista.
Il concerto “La ChiaraStella” di Ambrogio Sparagna, “I canti di Natale”, non si può nemmeno comprare
online. È il concerto che si voleva prenotare. L’addetto alla coda aveva
rinviato alla biglietteria online, pur di non vendere i biglietti per la
Befana. Forse Sparagna non ha pagato il pizzo?
Il
Parco della Musica paga lo straordianrio notturno a due cassiere e un sindacalista per
non fare i biglietti?
Il
sindacato vigila al Parco della Musica per non
lavorare?
Si
rifà il catasto per aumentare gli estimi ai fini fiscali, “adattandoli ai
valori di mercato”. Ma metà degli immobili non hanno nessun mercato: fuori delle
città non c’è mercato. E un terzo almeno non ha nessun valore, giusto il
ricordo familiare – seppure oneroso di Irpef, Imu, Tari e ora anche Tasi. Il
fisco è cieco? Non necessariamente, altrove è acuto.
Può
il fisco essere brigantesco? A D., il paese d’origine, un sacchetto di
spazzatura costa 5 euro di Tari.
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