Un
capolavoro delle diplomazie. E anche di genio politico: Il giorno in cui la
Banca centrale europea sconfessava (in teoria) Angela Merkel, la cancelliera
era attesa a Firenze da un’accoglienza di stile rinascimentale. Con sicura
lusinga dell’opinione pubblica in Germania. Con una sorta di “scoperta” dell’Italia,
che lavora seriamente. E soprattutto, non detto, con l’abbandono della politica
di rigore che la Germania ha imposto a mezza Europa, ora che la stessa economia
tedesca ha bisogno di rilanciarsi.
Un
favore alla Merkel ricambiato profusamente. A Renzi e all’Italia: ai vertici
europei e al G 7, che Merkel presiede pro tempore, non dovranno più andare col
cappello in mano.
Il
famoso Concilio di Firenze che doveva unire le due chiese, la romana e l’ortodossa,
ebbe poca fortuna nel Quattrocento: tante belle decisioni
senza seguito. La pace di Firenze tra Italia e Germania, e tra i leader dei due
schieramenti politici europei, il socialista-progressista e il popolare, invece
non può che dire bene all’Europa.
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