Eccetto
che per il Pronto Soccorso, e per l’alta chirurgia, per la quale però impone
attese di mesi e anche di anni, la sanità pubblica si è marginalizzata. È come
una macchina mangiasoldi che gira a vuoto. Non proprio ma quasi, perché coi
suoi altissimi costi si è messa fuori gioco.
Il
ticket per le analisi è spesso più esoso del costo dell’analisi stessa, per cui
il paziente trova più conveniente pagarsi l’analisi. Le casse mutue e perfino
le assicurazioni trovano più conveniente praticare alcune attività in proprio,
fuori dal sistema sanitario nazionale. Le fisioterapie da alcuni mesi, e le
cure riabilitative. La diagnostica e la piccola chirurgia già da anni.
Molte
cliniche trovano più conveniente lavorare in convenzione con soggetti privati.
Cha garantiscono i pagamenti. Il che consente di calmierare i tariffari per i
servizi offerti.
Lo
stesso Pronto Soccorso peraltro più spesso che non si fa pagare.
La
sanità pubblica è praticamente tornata al ruolo che aveva prima del 1970 e del
Ssn, di copertura dell’urgenza, e dell’alta chirurgia. Ma con un’offerta
insufficiente rispetto alla domanda (necessità, bisogno), benché a costi
decuplicati.
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