È una
reazione sorda, quella del mondo islamico, alle stragi di Parigi. Contrita, ma
visibilmente non commossa. E sorda allo scandalo in sé, l’uccisione di artisti
e giornalisti per le figure e le parole disegnate e scritte. Ci sono differenze
di cultura, e di intelligenza pratica – di sensibilità.
Queste
differenze non si possono livellare. Ammesso che sia utile o necessario. È un
delitto nell’islam l’assassinio. Ma non è un delitto il divieto di opinione. Né
c’è un obbligo ri riconoscenza, come è di tutte le convivenze, quando la religione
vi osta. Al limite neppure di convenienza: gli islamici hanno in Francia, come
in Germania e in Italia, soprattutto attività commerciali, basate cioè su un
rapporto di fiducia con la clientela. Inoltre, nell’islam è giusta la taqiya, la dissimulazione, sulle
questioni di fede ma è ormai un abito mentale.
Il
multiculturalismo non può cancellare le differenze. Non sarebbe nemmeno giusto.
E non può sfuggire alle regole, non a quelle interdittive. L’islam fa bene a
proibire l’alcol. Mentre non fa certamente bene alle donne né alla libertà di
opinione o di parola.
Nessun commento:
Posta un commento