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la Dc, non c’è dubbio, il tono dei commenti degli ex Dc non è provocatorio, è
un fatto. Rifatta: il Pd non si chiama e non si chiamerà cristiano ma sarà
democratico in quel senso lì.
Non
sarà un partito (cristiano) democratico anni Cinquanta, ma un partito “popolare”
e di potere sì. Basta vedere il sollievo e gli osanna dei vecchi brand, la Rai, le gazzette, le banche,
gli ex enti pubblici ora campioni nazionali, la Confindustria. Non c’è altro Pd, giusto la filiera Sinistre Dc-Popolari-Margherita-Ulivo. La filiera è Non farà
referendum contro il divorzio, ma non si sbraccerà sui diritti civili, che
infatti ha già accantonato. Forse farà anche qualche legge, ma sarà ferocemente
diviso in correnti, per meglio gestire il potere anche negli interstizi.
C’è
molto di già visto in questa congiuntura del partito di Renzi. Se ne sono
accorti quelli dell’Ncd che non erano Dc: Di Girolamo e Sacconi. Che a questo
punto però sono fuori dalla politica, irrecuperabili anche da Berlusconi, se
dovesse riuscirgli l’ennesima rimonta.
Nonché
i Casini, Cesa, Alfano, Schifani, tutti i vecchi Dc curricolari, svaniscono, e
forse scompaiono, anche le alternativa muscolari a Renzi tra centro e destra:
Berlusconi naturalmente, Passera, Della Valle, Monti. “Tornerà, tornerà”, dice
Renzi di Berlusconi, al patto del Nazareno, come a dire “stai sereno”: che
altro può fare (oltre a fingere di fare lo statista)? E questo è proprio democristianese doc.
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