sabato 31 gennaio 2015

Un Pd sbiancato

Torna la Dc, non c’è dubbio, il tono dei commenti degli ex Dc non è provocatorio, è un fatto. Rifatta: il Pd non si chiama e non si chiamerà cristiano ma sarà democratico in quel senso lì.
Non sarà un partito (cristiano) democratico anni Cinquanta, ma un partito “popolare” e di potere sì. Basta vedere il sollievo e gli osanna dei vecchi brand, la Rai, le gazzette, le banche, gli ex enti pubblici ora campioni nazionali, la Confindustria. Non cè altro Pd, giusto la filiera Sinistre Dc-Popolari-Margherita-Ulivo. La filiera è Non farà referendum contro il divorzio, ma non si sbraccerà sui diritti civili, che infatti ha già accantonato. Forse farà anche qualche legge, ma sarà ferocemente diviso in correnti, per meglio gestire il potere anche negli interstizi.
C’è molto di già visto in questa congiuntura del partito di Renzi. Se ne sono accorti quelli dell’Ncd che non erano Dc: Di Girolamo e Sacconi. Che a questo punto però sono fuori dalla politica, irrecuperabili anche da Berlusconi, se dovesse riuscirgli l’ennesima rimonta.
Nonché i Casini, Cesa, Alfano, Schifani, tutti i vecchi Dc curricolari, svaniscono, e forse scompaiono, anche le alternativa muscolari a Renzi tra centro e destra: Berlusconi naturalmente, Passera, Della Valle, Monti. “Tornerà, tornerà”, dice Renzi di Berlusconi, al patto del Nazareno, come a dire “stai sereno”: che altro può fare (oltre a fingere di fare lo statista)? E questo è proprio democristianese doc.

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