Sette
anni, presiederà a due elezioni, non creerà problemi a Renzi, nemmeno
convocandolo a giorni alterni come usava Napolitano, anzi ne sarà lo scudo.
S’inaugura con Mattarella l’era Renzi, che durerà almeno quindici anni, i
due-tre che mancano alle elezioni, e le due legislature successive.
L’economia
potrebbe aiutare, tornando infine a crescere in qualche modo. Di più aiuterà la
connessione europea, che Renzi è riuscito in breve a capovolgere in favore
dell’Italia, dopo cinque anni di isolamento. Grazie anche alla Grecia, che ha
votato l’estrema sinistra di Tsipras. E presto probabilmente grazie anche alla
Spagna, che voetrà socialista, o anche Podemos, due partiti che guardano molto
a Renzi. Il passo decisivo comunque Renzi l’ha già fatto catturando Angela
Merkel.
I
due guidano i due schieramenti maggiori e opposti in Europa, il popolare e il
socialista-progressista. Ma è come se comandassero la stessa barca. Il partito
della Merkel in Italia è rappresentato da Berlusconi, ma l’unico legame è con
Renzi. Unisce i due la rottamazione, che era di Merkel prima che di Renzi. E la
necessità di rilanciare l’economia, che a questo punto è anche di Merkel. Senza
pagare troppo per il problema Grecia.
Ma
più di tutti conta il successo per il Quirinale. Al primo voto utile. Ancora
più che quello delle Europee. Si prenda il primo caso, la legge elettorale. Con
uno specialista in materia al Quirinale, la fronda interna si è castrata: potrà
criticare la legge di Renzi ma con giudizio.
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