Perché
il codicillo salva-Silvio non può essere cassato e basta? Perché non era
disegnato per Berlusconi – la frode per cui è condananto sarà lo 0,0 qualcosa per cento della sua ricchezza, non il 3, e comunque nessuno può fare nulla per il Berlusconi condannato - ma
per altri illustri ricconi: banchieri, imprenditori e manager, anche pubblici,
di cui il partito Democratico non può disinteressarsi. I quali saranno salvati
distinguendo tra “dichiarazione infedele” e “frode”.
La
distinzione è una sottigliezza del ministero del Tesoro – una “dichiarazione
infedele” in fatto di fatture false è difficilmente concepibile, ma al Tesoro
ci sono grandi capacità dialettiche. La misura salva-amici era invece stata
illustrata e richiesta direttamente a Renzi, in qualità di capo del partito
Democratico, da altri illustri esponenti del partito.
La
distinzione peraltro non si farà subito. Fino al 20 febbraio – alla vigilia
della scadenza del decreto, se non approvato dalle Camere - gli affaristi amici
non avranno bisogno di dimostrare la non frode. Dopodiché resteranno, se
resteranno, solo le code del business da sistemare, poca roba, al di sotto del
3 per cento del reddito. Una legge ad
personas.
La
frode è il reato per cui Milano ha condannato Berlusconi. Cui comunque la legge
non si può applicare perché è già condannato, e da tempo.
Perché
tanto rumore allora? Per nascondere i veri beneficiari. Che a giudicare dalla
strafottenza di Renzi sono più con la fronda democrat, di D’Alema, Visco,
Bersani etc., che con lui. La scadenza ritardata al 20 febbraio, a dopo l’elezione
per il Quirinale, serve a Renzi per catturare la fronda interna più che Berlusconi
Nessun commento:
Posta un commento