giovedì 8 gennaio 2015

Una legge ad personas

Perché il codicillo salva-Silvio non può essere cassato e basta? Perché non era disegnato per Berlusconi – la frode per cui è condananto sarà lo 0,0 qualcosa per cento della sua ricchezza, non il 3, e comunque nessuno può fare nulla per il Berlusconi condannato - ma per altri illustri ricconi: banchieri, imprenditori e manager, anche pubblici, di cui il partito Democratico non può disinteressarsi. I quali saranno salvati distinguendo tra “dichiarazione infedele” e “frode”.
La distinzione è una sottigliezza del ministero del Tesoro – una “dichiarazione infedele” in fatto di fatture false è difficilmente concepibile, ma al Tesoro ci sono grandi capacità dialettiche. La misura salva-amici era invece stata illustrata e richiesta direttamente a Renzi, in qualità di capo del partito Democratico, da altri illustri esponenti del partito.  
La distinzione peraltro non si farà subito. Fino al 20 febbraio – alla vigilia della scadenza del decreto, se non approvato dalle Camere - gli affaristi amici non avranno bisogno di dimostrare la non frode. Dopodiché resteranno, se resteranno, solo le code del business da sistemare, poca roba, al di sotto del 3 per cento del reddito. Una legge ad personas.
La frode è il reato per cui Milano ha condannato Berlusconi. Cui comunque la legge non si può applicare perché è già condannato, e da tempo.
Perché tanto rumore allora? Per nascondere i veri beneficiari. Che a giudicare dalla strafottenza di Renzi sono più con la fronda democrat, di D’Alema, Visco, Bersani etc., che con lui. La scadenza ritardata al 20 febbraio, a dopo l’elezione per il Quirinale, serve a Renzi per catturare la fronda interna più che Berlusconi

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