È un omaggio a Nicola Calipari, a
dieci anni dalla morte: con lui Polo, all’epoca direttore del “Manifesto”, collaborò
per organizzare la liberazione di Giuliana Sgrena, rapita a Baghdad il 4 febbraio
2005. È anche l’unico libro che celebra Calipari, e questo lo salva. Ma
scontatamente querimonioso: Nicola Calipari sì, i servizi segreti no. I “calipariani”
sì, in qualche modo, gli altri no; i “calipariani” sono stati dispersi; dopo
Calipari “il Servizio verrà travolto” dagli scandali Nigergate, Abu Omar,
Telecom Pirelli; dopo Calipari i servizi hanno perso i contatti nel Medio Oriente.
Pur continuando a salvare altre vittime di rapimenti? Da ultimo le due ragazze,
avventate come Giuliana Sgrena con contatti fasulli.
Uno, con queste letture, è tentato
perfino di difendere i servizi, per natura indifendibili. Troppi si fanno
belli, anche in famiglia, con Calipari. Il Nigergate, il rapimento di Abu Omar
e le intercettazioni Pirelli Telecom si facevano mentre Calipari era in
servizio e in attività. Un’occasione perduta. A volte si dubita perfino che
Polo abbia frequentato come dice Calipari, non in “una vicenda piena di segreti”.
Nicola Calipari è un onest’uomo. Scout cattolico e capo-scout, come Renzi, a Reggio Calabria, la sua città, dirigente di Polizia a Roma, distaccato al
Sismi, il servizio segreto militare, da soli due anni e mezzo quando è stato
ucciso in Irak a un posto di blocco americano. Trasportava in macchina Giuliana
Sgrena, giornalista del “Manifesto”, che era stata rapita un mese prima rapita
in Irak a scopo di riscatto.
Gabriele Polo, Il mese più lungo, Marsilio, pp. 188 € 18
Nessun commento:
Posta un commento