giovedì 29 gennaio 2015

Viva Calipari abbasso tutti gli altri

È un omaggio a Nicola Calipari, a dieci anni dalla morte: con lui Polo, all’epoca direttore del “Manifesto”, collaborò per organizzare la liberazione di Giuliana Sgrena, rapita a Baghdad il 4 febbraio 2005. È anche l’unico libro che celebra Calipari, e questo lo salva. Ma scontatamente querimonioso: Nicola Calipari sì, i servizi segreti no. I “calipariani” sì, in qualche modo, gli altri no; i “calipariani” sono stati dispersi; dopo Calipari “il Servizio verrà travolto” dagli scandali Nigergate, Abu Omar, Telecom Pirelli; dopo Calipari i servizi hanno perso i contatti nel Medio Oriente. Pur continuando a salvare altre vittime di rapimenti? Da ultimo le due ragazze, avventate come Giuliana Sgrena con contatti fasulli.
Uno, con queste letture, è tentato perfino di difendere i servizi, per natura indifendibili. Troppi si fanno belli, anche in famiglia, con Calipari. Il Nigergate, il rapimento di Abu Omar e le intercettazioni Pirelli Telecom si facevano mentre Calipari era in servizio e in attività. Un’occasione perduta. A volte si dubita perfino che Polo abbia frequentato come dice Calipari, non in “una vicenda piena di segreti”.
Nicola Calipari è un onest’uomo. Scout cattolico e capo-scout, come Renzi, a Reggio Calabria, la sua città, dirigente di Polizia a Roma, distaccato al Sismi, il servizio segreto militare, da soli due anni e mezzo quando è stato ucciso in Irak a un posto di blocco americano. Trasportava in macchina Giuliana Sgrena, giornalista del “Manifesto”, che era stata rapita un mese prima rapita in Irak a scopo di riscatto.
Gabriele Polo, Il mese più lungo, Marsilio, pp. 188 € 18

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