Calendario
alle calende greche e sberle a Berlusconi e Alfano. E se non avessero inteso,
ancora altre sberle. Renzi si vuole far fare le elezioni dai due sottopancia per
inanellare il terzo definitivo suggello, dopo le europee e le presidenziali: le
elezioni politiche. Lasciando a mezzo,
cioè non facendole, le riforme del famoso calendario.
Se
è vero sarebbe male: che statista è questo, bisognerebbe chiedersi. Si cita il
precedente di Fanfani, altro toscano umorale intransigente. Ma Fanfani è stato
Napoleone al confronto – la lista delle sue opere è impressionante. Si danno le
riforme politiche e istituzionali per acquisite, lui stesso ci bara, e invece
non è vero niente: le riforme sono in
fieri, si fanno solo con i voti di Alfano e Berlusconi, e se si vota
decadono con la legislatura, bisognerà ricominciare daccapo. Se non vuole le
elezioni, Renzi con gli sberleffi si mostra per quello che è: è solo uno
sciocchino, direbbero a Firenze.
Può
darsi che Alfano e Berlusconi abbiano anche loro interesse alle elezioni. Per
salvare in qualche modo la faccia. Perché, male che vada alle politiche, per
loro sarà senz’altro peggio senza. A maggio ci sono comunque le regionali in
Veneto e Campania, oltre che nelle regioni già di sinistra Puglia, Liguria,
Toscana, Umbria, Marche. Perdendo le quali i due s’inabisserebbero – governerebbero
solo la Lombardia, e ancora per poco.
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