lunedì 16 febbraio 2015

Il nazismo è con noi

Si riapre con disagio. Il “pastore dell’essere” non è più un’ombra vagante incerta, ma semmai di un astuto imbonitore. Si scoprono anche falle in ogni dove. Magari non volute, chissà, ma quanta voglia, più o meno subconscia, di nazismo, anche camuffato da comunismo.
Anche perché Hitler è vivo e combatte insieme a noi. Seppure Heidegger non non fosse hitleriano, una parte di colpa ora ce l’ha. Senza uccider più gli ebrei, che cafonaggine – gli ebrei che non esistono, non hanno un Baden. Non si sa se complimentarsi che la filosofia, e una ardua, circoli in edizione di massa, seppure non divulgativa – la nuova traduzione e la nuova presentazione, di Alfredo Marini, non semplifica e anzi accresce l’esoterismo.
Il “si” impersonale non commuove più, suona sinistra anticipazione della comunità di destino. Volgare, prima che cattivo, esito di una forma di nazionalismo, esclusiva, aggressiva. E il "sì" preannuncia, come accettazione, ma non si dice di che. Anche l’inautenticità suona sinistra e il senso della colpa: storicizzate, da figli della sconfitta. E il linguaggio enigmatico una copertura. Non è così, ma l’induzione è forte.
Martin Heidegger, Essere e tempo, Oscar, pp. XL-614 € 12 

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