domenica 15 febbraio 2015

La banda larga del gambero

Ieri il management Stet, che ha illustrato anche il piano triennale, ha ottenuto il placet dell’Iri al progetto Socrate per la posa dei cavi in fibra ottica”. Sono passati vent’anni, più o meno, da questo annuncio, e l’Italia è l’ultima nella banda larga. In contemporanea partiva la privatizzazione di Stet-Telecom e l’azienda privatizzata non andava gravata di troppi investimenti. Inoltre, la banda larga va fatta in Italia “privatamente”, cioè con incentivi fiscali e contributi pubblici a fondo perduto – cioè con un guadagno (quando i fondi non arrivano la banda non s’allarga).
“Chi non ricorda la battaglia combattuta da Pascale - il discusso piano Socrate - per la cablatura di 10 milioni di case?”, ricordò Edoardo Segantini nel coccodrillo sul “Corriere della sera” alla morte del manager fiorentino della Stet:  “Era il settembre del ' 95, un’ora fatale per le telecomunicazioni italiane. L’Adsl - cioè la multimedialità fornita attraverso i normali cavi telefonici - era ancora una tecnologia promettente nei laboratori di Bell Atlantic. Un bel sogno d’élite. La fibra ottica - sosteneva Pascale - avrebbe fatto compiere un salto al sistema Paese. No, semmai un passo indietro alla concorrenza, ridotta ai confini della realtà, replicavano gli avversari, tra i quali, agguerritissimo e lucido, Franco Debenedetti”.Il collaboratore più stretto di Pscale, Vito Gamberale, fu arrestato – e non condannato naturalmente. Pascale fu dimesso da Prodi, il presidente dell’Iri. La storia economica, che non si fa, è in pratica una storia di corruzione.

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