“Ieri
il management Stet, che ha illustrato anche il piano triennale, ha ottenuto il
placet dell’Iri al progetto Socrate per la posa dei cavi in fibra ottica”. Sono passati vent’anni, più o meno, da questo
annuncio, e l’Italia è l’ultima nella banda larga. In contemporanea partiva la
privatizzazione di Stet-Telecom e l’azienda privatizzata non andava gravata di
troppi investimenti. Inoltre, la banda larga va fatta in Italia “privatamente”,
cioè con incentivi fiscali e contributi pubblici a fondo perduto – cioè con un
guadagno (quando i fondi non arrivano la banda non s’allarga).
“Chi non ricorda la battaglia combattuta da Pascale - il
discusso piano Socrate - per la cablatura di 10 milioni di case?”, ricordò
Edoardo Segantini nel coccodrillo sul “Corriere della sera” alla morte del
manager fiorentino della Stet: “Era il
settembre del ' 95, un’ora fatale per le telecomunicazioni italiane. L’Adsl -
cioè la multimedialità fornita attraverso i normali cavi telefonici - era ancora
una tecnologia promettente nei laboratori di Bell Atlantic. Un bel sogno d’élite.
La fibra ottica - sosteneva Pascale - avrebbe fatto compiere un salto al
sistema Paese. No, semmai un passo indietro alla concorrenza, ridotta ai
confini della realtà, replicavano gli avversari, tra i quali, agguerritissimo e
lucido, Franco Debenedetti”.Il collaboratore più stretto di Pscale, Vito
Gamberale, fu arrestato – e non condannato naturalmente. Pascale fu dimesso da
Prodi, il presidente dell’Iri. La storia economica, che non si fa, è in pratica una storia di corruzione.
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