domenica 15 febbraio 2015

La follia Libia

All’improvviso il governo italiano ha scoperto la Libia, e vuole farci una guerra. Non mandare truppe peacekeeping, come è abituato a fare, trincerate nei campi e iperprotette dall’aviazione Usa, giusto per il lustro. No, truppe in linea e al fronte, contro un nemico che ha artiglieria, missili, e la ferma determinazione di uccidere o morire. Mandandoci contro cinquemila uomini.
Sarebbe stupidità se non fosse dilettantismo. Ma la cifra di cinquemila uomini dev’essere stata fornita ai ministri Pinotti e Gentiloni dalle forze armate, e questo è già preoccupante. Generali che non sanno di non avere truppe addestrate al combattimento, anche se le chiamano d’élite per la parate. E un esercito che non fa guerre da settant’anni.
In più, assurdo nell’assurdo, c’è l’azione collettiva Onu: l’Italia vuole avere il coordinamento delle operazioni. Ma gli interventi Onu non sono operativi, a meno che per Onu non s’intenda Usa – e allora sono guerre vere, senza regole d’ingaggio da vecchia cavalleria e campi trincerati dove nascondersi. Pensare che il contingente olandese, inglese, norvegese, magari pure francese, e quello egiziano, tunisino, algerino, si mettano al comando di un generale italiano senza esperienza con cinquemila uomini, di che stiamo parlando? La guerra come burocrazia, uno scambio di scartoffie?

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