Rabelais,
ha al“Terzo Libro”, capp. III e IV,dopo
quello del vino e altro, un “Elogio dei debiti”. Panurgo, a cui Pantagruele rimprovera
di avergli mangiato il grado in germoglio, si difende con l’elogio.
“Quando
vi libererete dai debiti?” chiede Pantagruele.
“Alle
Calende Greche”, è la risposta: “Quanto tutto il mondo sarà contento, e voi
sarete erede di voi stesso. Dio mi guardi dal liberarmene. Non troverei più chi
mi prestasse un soldo. Chi la sera non lascia lievito, non farà poi la mattina
crescere la pasta. Dobbiate sempre a qualcuno. Da costi sarà Dio continuamente
pregato di darvi buona, lunga e felice vita; temendo di perdete il suo credito,
sempre dirà bene di voi in ogi compagnia: sempre nuovi creditori vi procurerà,
in modo che vi indebitiate per pagare il debito con lui.
“A
dire la verità, per questo solo mi reputerei augusto, rispettabile e temibile,
che contro l’opinione dei filosofi (i quali dicono che niente è fato di niente),
non possedendo niente. Né materia prima, sono stato fattore e creatore. Ho
creato. Che? Tanti belli e buoni creditori. I creditori sono (lo affermo fino
soltanto alla prova del fuoco) creature belle e buone. Chi non presta, è
creatura brutta e cattiva: creatura del gran brutto diavolo dell’inferno. E
così sia. Che? Debiti. O cosa rara e antica…
“Giuro
su san Bubbolino, il buon santo, che tuta la mia vita ho stimato il debito come
una corrispondenza e un legame tra i Cieli e la Terra, un modo unico di conservare
l’umano lignaggio; senza il quale, dico, gli umani perirebbero… Un mondo senza
debiti? Tra gli astri non ci sarà più corso regolare. Tutti si muoveranno in
disordine…
“La
terra non produrrà ch mostri, Titani, Aloadi, Giganti. Non pioverà pioggia, non
lucerà luce, non venterà vento, non ci sarà estate né autunno…. Questo mondo
che non presta non sarà che un canaio. Tra gli umani nessuno salverà l’altro:
uno potrà ben gridare «aiuto, al fuoco, all’acqua, all’assassino», nessuno
andrà in aiuto. Perché? Non aveva prestato nulla, non gli si doveva nulla…
“In
breve, da questo mondo saranno bandite la fede, la speranza e la carità. Perché
gli uomini sono nati per il soccorso degli uomini. Al loro posto ci saranno
sfiducia, disprezzo, risentimento…
“Al
contrario, rappresentatevi un mondo altro, in cui ognuno presta, e ciascuno
debba, tutti siano debitori, tutti siano creditori. O che armonia sarà allora
tra i moti regolari del cielo. Mi sa che lo sento così bene come già Platone:
che simpatia tra gli elementi… Tra gli umani pace, amore, dilettazione,
fedeltà, riposo, banchetti, festini, gioia, letizia, oro, argento, spiccioli,
bracciali, anelli, beni di ogni sorta trotteranno di mano in mano. Nessun
processo, nessuna guerra, nessuna discussione: nessuno sarà più usuraio, nessuno
avido, nessuno avaro. Com’è vero Dio, non sarà questa l’età dell’oro, il regno
di Saturno?”
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