domenica 8 febbraio 2015

La linea del petrolio cala sulla Nigeria

Gli ultimi bollettini magnificano la soluzione che il Ciad, cioè la Francia, starebbe per imporre sul fronte islamico nigeriano, nella regione Nord della federazione. Ma è dubbio. Il fatto è che la Nigeria, paese grande ma corrottissimo, è stato ed è inerte di fronte alla sua minoranza mussulmana, e forse già comprato.
La “linea del petrolio” è scesa nell’Africa sub sahariana fino al golfo di Guinea. La Nigeria è per meno di un terzo islamica. E lo è la regione nord-orientale, quella che non ha il petrolio. Ma è come se lo fosse per intero.
Non è servito comunque a nulla l’annuncio franco-ciadiano: i politici mussulmani di Abuja, la nuova capitale della Nigeria, non vogliono le elezioni la prossima settimana, e non le faranno fare. Vogliono l’attuale presidenza, che tengono sotto ricatto: Goodluck Jonathan fu scelto per caso cinque anni fa per la presidenza, perché toccava a un cristiano dopo un mussulmano. Fu scelto dai  mussulmani perché era, dissero,  “malleabile”, e lo ha dimostrato. Non ha fatto nulla contro Boko Haram, la mano nigeriana del terrorismo islamico, malgrado le tante turpitudini perpetrate dal gruppo. E non vuole che si tengano le elezioni alla scadenza la settimana prossima. 
Quel poco che è stato fatto contro Boko Haram è a opera dei servizi francesi. Impegnati direttamente con le truppe francesi nel Mali, contro le forze locali del califfato. Nel Nord-Est della Nigeria con le truppe ciadiane, e con i reduci afrikaner del Sud Africa razzista - alcune centinaia di vecchi combattenti. Uno dei tanti segni del disgoverno del paese più grande e più ricco - pur nella povertà - dellAfrica. 

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