domenica 22 febbraio 2015

L’ipocrisia pubblica

Giovane, 50nne, buoni costumi, vergine al lavoro, dico: no
Non c’è chi lavori che non sappia che il Jobs Act per la parte approvata migliora le condizioni: licenziati sì ma con una buonuscita. Solo i rappresentanti dei lavoratori non lo sanno: Laura Boldrini, ex ninfetta Rai in virtù del nome, Civati, Cuperlo, Fassina, Vendola. Giovani di buona famiglia che a cinquant’anni non hanno mai lavorato e non sanno come si lavora. Cioè come si viene licenziati.
Come si viene licenziati? Con l’articolo 18. Non da ora, da almeno un venticinquennio. Individualmente e in massa. Con uno stato di crisi, che il ministero del Lavoro decreta. Senza bisogno di essere in crisi. Basta pagare, al ministero stesso. Gestito da (ex) sindacalisti. Si può anzi continuare a pagare agli azionisti il dividendo, come molti giornalisti sanno, del gruppo De Benedetti, del gruppo Rifeser, del gruppo Caltagirone, della stessa disastrata Rcs, ma essere dichiarati in crisi, e quindi licenziare a volontà..
L’Italia è il paese che “vanta” il maggior numero di licenziati in Europa. Con l’art. 18.
Dice l’altra campana: con l’art. 18 le imprese straniere non venivano a investire in Italia, e le italiane delocalizzavano. No, non venivano, oppure scappavano, e scappano, per non pagare tangenti a ogni pizzo, sotto forma di ritardi, varianti, innovazioni, retroattività, tutto l’arbitrio del piccolo insolente infernale sottobosco, anche sindacale.

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