lunedì 2 febbraio 2015

Mps e dintorni, Panetta accusa Francoforte

“Il disegno dello stress test europeo aveva caratteristiche che svantaggiavano le banche italiane. Lo abbiamo messo agli atti in Bce durante la preparazione dell’esercizio”. Lo riconosce infine il vicedirettore della Banca d’Italia, Fabio Panetta, con Federico Fubini su “Repubblica”. Non è un fatto grave, anzi gravissimo?
Non è il solo: “Non si può pensare di risolvere i problemi aumentando in modo continuo, indiscriminato ed eccessivo i requisiti di capitale, frenando ancora l’offerta di credito”. Tenendo le banche cioè, alcune banche, le banche italiane, sempre sulla corda, magari col solito ritornello delle “riforme”.
“Indiscriminato” ed “eccessivo” sono parole forti, ma ancora non dicono tutto. E cioè che non si tratta di un errore di analisi o di giudizio, ma di uno strumento di attacco alle banche italiane. Per il business  delle merger & acquisitions probabilmente, non per altro. Profumo e Viola non erano ancora tornati da Francoforte a Siena, e non avevano riferito in consiglio e al management Mps, che “Londra” sapeva già tutto e apprestava l’attacco alla banca.
Panetta è l’unico della Banca d’Italia che osa parlare. Aveva parlato anche alla vigilia dello stress test. Ma anche lui non ci dice tutto: è nel consiglio della vigilanza bancaria europea, e quindi sa chi e come fa carne di porco. E poi: “mettere agli atti” che senso ha, a futura memoria, “in caso di”?

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