“Studio del Pentagono: Putin soffre di autismo”.
Cioè, uno che si butta la zappa tra i piedi?
O non soffre di autismo il Pentagono, che ci
butta Putin e la zappa tra i piedi nostri?
Teste mozzate, giapponesi o inglesi, cristiani massacrati
o espulsi in massa, anche i curdi, che non sono arabi, e niente. Non s’inneggia
al califfato, ma nel cuore sì. L’esecuzione di un giordano invece scuote il
mondo arabo, piazze e governi, crociate, cioè jihad, si mobilitano. Le guerre
di civiltà esistono.
Renzi che si fa fotografare in libreria, e poi
twitta “La politica nell’era dello storytelling”, del cantastorie, è più fico o
più culto della personalità?
Soprattutto l’indomani, quando i grandi del giornalismo
si sono precipitati a interpellarne l’autore, Christian Salmon. Che ne penserà
Salmon di Renzi?
È come voler parlare in inglese, che si mastica
male, al pubblico di Davos, anglofono e anglomane, invece che un buon italiano.
La cosa più rivoltante del democristianesimo, eversiva, distruttiva , di ogni
dignità, e soprattutto dell’Italia, che è molto più moderna e sa stare al
mondo, è questo inguaribile provincialismo.
Si esibisce a Roma, a Santa Cecilia, il batterista
austriaco Grubinger, strumentista di musica seria contemporanea. Giocoliere e mattatore.
Il “Corriere della sera” ne fa una pagina per annunciare una sua prossima
esibizione alla Scala. Altra provincia, Milano.
Angelino Alfano alza il mento, e declama: “Se
qualcuno di noi se ne vuole andare, io non tratterrò nessuno”. Un vero leader. Tutti
li trova Berlusconi – questo Alfano non è nemmeno dell’Azione Cattolica.
Si arrestano un paio di dozzine di impiegati
comunali ricattatori – su licenze, certificazioni, etc.. Il generale Cantore,
Guardia di Finanza, dice: “Gli imprenditori sono stufi di queste angherie e
cominciano a denunciare”. Ma no, hanno sempre denunciato. Tutti abbiamo
denunciato le mille angherie per la più piccola pratica urbanistica. Ora invece
li arrestano.
Dopo aver perso due volte di seguito 7-0 con
l’Inter, l’ultima tre mesi fa, il Sassuolo gliene rifila tre – 3-1, è vero, ma
pur sempre una batosta. Che calcio è?
“Un paese dove il recupero dei crediti richiede
fino a quindici anni”, dice Panetta scandalizzato, il vicedirettore della Banca
d’Italia, a Fubini su “Repubblica”, e intende: che paese è? Che non se ne sia
accorta anche la Banca d’Italia? Quello che tutti sanno da molti anni: che fino
a 200 mila euro è meglio non fare causa, bisogna accontentarsi del poco che
entra.
La giustizia è a favore del malaffare, ma non
si può dire – beh, diciamo a favore degli avvocati.
Odiosissima querelle sull’eredità Hack tra l’amica
e badate Tatjana Gjengo e gli enti animalisti. La badante meritava tutto e non
ha ricevuto nulla, mentre i giornali conformi ne fanno un’approfittatrice di due poveri (scemi?) vecchi, Hack e marito,
per dare ragione alle animaliste. Che esibiscono grugni bestiali.
“Si” dichiarano morti Forza Italia e il partito
di Alfano il giorno in cui Passera lancia il suo partito. “Si”, cioè “Il Sole
24 Ore”, il “Corriere della sera”, “la Repubblica”, “la Stampa”. Che
naturalmente hanno opinioni autonome, non legate a Passera. Una volta tifavano
anzi Montezemolo, tutt’e quattro.
Peter Greenway dubita che il suo film “Eisenstein in Guanajuato”, sul
regista “comunista, ebreo e omosessuale”, sarà visto in Russia. “Ci sono due
Russie: il paese in quanto tale e la Russia di Putin, diventata omofoba”, che
non vorrà vedere il film, dice: “Ma alla fine di quest’anno realizzerò un secondo
film su Eisenstein, finanziato dalla Russia”. Di Putin?
La
ministra Boschi viene presentata a Rosy Bindi alla Camera nel dopo-Mattarella. Gliela
presenta il vice di Renzi al partito, Lorenzo Guerini. Non si erano mai
incontrate prima? Al partito? In Toscana? “Non si conoscevano”? Boschi irrompe
giuliva nel crocchio di Bindi e Guerini, ma la Bindi si volta dall’altra parte.
Usavano così le signore. Guerini al solito ci mette una pezza.
Non è
vero che il rosso sia scomparso dalla politica. Molte capigliature lampeggiavano
di rosso nelle file Pd all’applauso per Mattarella. Anche la vice-presidente
del Senato Fedeli, che alla destra della presidente della Camera raccoglieva le
schede, vecchia, si fa per dire, combattente Cgil.
I tiggì
Rai si sbracciano a dire l’applauso a Matterella presidente unanime tra i
grandi elettori. Mentre si vedono interi settori con le braccia conserte. Per
pochi attimi, è vero. E poi no si rivedono più.
Piero
Ostellino lascia con gennaio il “Corriere della sera”, lamentando un
trattamento “ultimativo, volgare e offensivo”. Ma c’era ancora un liberale al
“Corriere della sera”?
Si
chiama(va) “Il dubbio” la rubrica di Ostellino. Ma lui evidentemente non
dubitava, se non se n’è accorto fino ad ora: che tagli e tagli sono la sola ricetta
Rizzoli-Corriere della sera, ai giornalisti e alla distribuzione. Non fa che
tagliarseli, da vent’anni, l’Azienda Perfetta si può dire di questo mercato: di
azionisti pieni di sé in salotto malgrado il tanfo di chiuso, e manager che
rubano anche più del dovuto.
Si fa
merito al Presidente Mattarella di essersi dimesso contro la legge Mammì che
rompeva il monopolio tv della Rai. È un titolo di merito?
Mattarella
non era un giudice costituzionale? Forse della costituzione dei monopoli –
forse per questo molti arricciano il naso.
.
In realtà
Mattarella si dimise, con altri quattro ministri della sinistra Dc , su ordine
di De Mita, su richiesta di De Benedetti. Andreotti, che presiedeva il governo,
andò avanti come se nulla fosse.
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