lunedì 9 febbraio 2015

Quel luogo artificialissimo che chiamiamo scuola

Un piccolo capolavoro di ricerca su “quel luogo artificialissimo che chiamiamo scuola”. Qui nel suo campo di elezione, la pedagogia, il funzionario del vecchio Pci, che moriva due anni fa di questi giorni, riprende gli umori e dispone una piacevolissima conversazione, come soleva, attorno alla sua erudizione – fa quasi senso che un politico fosse così colto, ma non era un’eccezione..
La scuola prende forma nella Grecia del V-IV secolo, a partire da Pitagora – che con la scuola si arricchì. E da allora non è “progredita”, non è cambiata. Il “sadismo pedagogico” fu presto diffuso, il rifiuto della scuola immediato, e generale per tutti gli scrittori. I romani, che l’educazione confidavano al pater familias, come ogni altra proprietà, tarderanno ad adottarla, e sempre più o meno irridendola. Degli etruschi non sappiamo, “la cultura etrusca si manifestò (al pari di quella ebraica) come letteratura religiosa”.
Mario Alighiero Manacorda, Etruschi Greci Romani a scuola, Scipioni, pp. 112 € 3,50

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