Una
serie di mostruosità simpatiche, attorno agli ultimi 25 anni della vita del
pittore William Turner. Di un uomo felice nell’ossessione: della luce, della
creazione. Una serie di aneddoti messi in scena sul fondo velato dei quadri che è la cifra del pittore. Le cui scenografie vuote vengono popolate di personaggi
tutti in vario modo imbruttiti, esagerati. Come in un vecchio romanzo dell’Ottocento.
Della cui vena ottimista Mike Leigh fa tesoro, imponendo due ore e mezza, quasi
tre, di attenzione agli spettatori nevrotizzati di questo post-Novecento – l’umanità
è stata meglio. Grande teatro anche, di un filmmaker che è anzitutto un teatrante. Mike Leigh vive Londra come Fellini
Roma, mettendola in scena: extralarge e sempre al punto.
Un
grande lavoro di filologia. Nell’ottocento vittoriano ricostituito, nel colore
pittorico, nella teatralizzazione senza
complessi, nella distinzione dei personaggi. Grazie anche alla tradizione
inglese della recitazione, forse insuperabile.
Mike
Leigh, Mr. Turner
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