Che due pesi
e due misure non solo ci siano, è successo spesso nella storia della
Repubblica, ma che vengano esibite, questo è uno scandalo. Che vengano esibite
impunemente uno scandalo doppio.
Non si
può simpatizzare con Lupi o Di Girolamo, due chiacchieroni, ministerialisti e voltagabbana,
ma è un fatto che il partito Democratico ne ha preteso le dimissioni per la
forza delle indiscrezioni. Mentre tiene saldi ai loro posti quattro o cinque
vice-ministri che invece sono inquisiti. E della legge Severino, imposta appena
ieri contro Berlusconi, chiede l’immediata revisione alla Corte Costituzionale,
dovendosi applicare a De Magistris e De Luca, suoi pilastri campani. L’avvocato
Severino era stata fata ministro della giustizia da Napolitano proprio per fare
la legge.
Poi dice
che il paese vota a destra. Che tanta soperchieria passi, è dubbio. Non è più
strafottenza, è un modo d’essere bi o trigenerazionale, non è democratico, e
non è sopportato dai più. La reazione a
tanta prepotenza è stata la fonte maggiore del successo di Berlusconi, costante
malgrado l’incapacità dell’uomo. Che due pesi e due misure per la stessa legge
vengano praticati impunemente è cioè ancora da vedere. Vale per l’opinione
pubblica, ne misura la mediocrità, ma non per l’elettorato, da tempo autonomo
da media e giornali. Dal Pd, un partito così borghese, pieno di se stesso.
La
sinistra non è nuova all’esercizio privato della giustizia. Ma con tanta
compattezza, di carabinieri, procure, tribunali e corte costituzionale, non ha
mai potuto. Con tanta spudoratezza, anche, non ha osato. Nel silenzio di Mattarella - che non sembra ma è il presidente della Repubblica. L’opinione
pubblica consente tanta supponenza. Col caso limite del Buzzi di Mafia Capitale, che è a
Roma l’uomo del ministro Poletti, e lo si muta in uomo di Alemanno. Ma chi ci crede?
Ma forse
non è la sinistra, che qualche pudore ce lo deve avere, almeno in petto, più giusto è dire Renzi. Che invece
si stramanifesta: un grosso equivoco, un nuovo-vecchio democristiano, un uomo
di potere. Che prospera distribuendo soldi, alle famiglie, alle imprese, ai
precari della scuola e alla scuola – e per le poste, l’altro feudo di voti milionario?
Soldi che non si sa ancora dove prende. Ma potrebbero non bastargli, la
diffidenza è vigile.
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