Il sindacalismo
all’opera – all’Opera di Roma e alla Scala – si può pensare vittima della
pratica quotidiana: si perdono di vista i fatti reali. Anche quello dei vigili
urbani romani la notte di Capodanno, tutti improvvisamente ammalati: uno
scherzo ci può stare. Ma dove altro il sindacato è all’opera? Nei termini cioè
non riduttivi e assurdi che ognuno vede quotidianamente nei servizi pubblici: a
scuola tra i bidelli, alla posta, negli uffici fiscali, comunali, ministeriali.
Del non lavorare, cioè, e comunque del non risolvere ma incasinare. E della
mancata protezione del lavoro e dei lavoratori, dato che i licenziamenti si
moltiplicano e le retribuzioni si assottigliano in valore.
Ottimo
sindacalismo all’opera si può dire anche quello di Landini, “primo ruolo” oggi
in voga alla tv, telegenico, dalla voce peraltro bene impostata. Uno che però,
quando ha cinque seguaci, e tutti in carriera nel suo sindacato, la Fiom, proclama
uno sciopero? Chi protegge i lavoratori d questo sindacato?
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