Una favola alla Malaparte, sempre sulla guerra, ma
composta, senza eroi né diavoli, e poche immagini esagerate. La favola della
disfatta, e del coraggio di vivere. Un alpino di Bergamo, attendente, distaccato
a Scilla a difendere l’Italia dall’invasione alleata, porta il suo tenente
morto alla famiglia a Napoli. A dorso di un asino disperso. In una cassa di
fortuna che si è fabbricata, zavorrata di fieno e carbonella per tenere il
corpo asciutto, quasi mummificato..
Una traccia di racconto: un soggetto da cinema dilatato
a trattamentone. Con una moralità: “Sempre, in ogni tempo, la disfatta
rappresenta per le popolazioni più misere, più infelici, una sorta di meravigliosa
e terribile occasione alla libertà, a una vita nuova più ricca e
dignitosa”.
Curzio Malaparte, Il compagno di viaggio,
excelsior 1881 (remainders), pp. 98, ill. € 4,72
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