Se
fa freddo fa troppo freddo - improvviso, eccessivo, insostenibile. Se caldo troppo
caldo – umido, arido, afoso. Si muore anche, di freddo e di caldo. Morire non è
una novità, ma nuovo è l’allarme. Senza contare che ogni linea di temperatura
implica un mutamento climatico – “dove andremo a finire?”
Per
l’Italia è una novità. Fino a non molti anni fa le previsioni del tempo erano
burocratiche, dell’Aviazione. Ora abbondano i siti meteorologici, giorno per
giorno, ora per ora, paese per paese, e i media fanno del tempo la notizia
principale.
Si
direbbe una buona notizia: segno che non ci sono problemi urgenti. E invece no,
è un’altra pietra della demoralizzazione. Che si accompagna al non fare, alla
burocratizzazione: una costosissima inerzia.
L’Anas
non libera le strade come dovrebbe, da frane o neve: dichiara lo stato di
isolamento, e va a scaldarsi con l’aperitivo. O d’estate: ci vogliono tre
pattuglie per spegnere un piccolo focolare lungo la strada, dello sbadato che ha buttato la cicca accesa. Si chiami il
112 per segnalare l’inizio d’incendio: pronto arriva il milite. Arrivano in coppia,
uno controlla il fuoco, l’altro chiama l’Anas. L’Anas interviene per chiamare i
pompieri. Infine, ma un’oretta è passata, arrivano i pompieri, quando bastava
una pala.
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