Una signora magiara a Santa Cecilia arguisce con le amiche
che il maestro Orozco-Estrada non può dirigere Čajkovskij: “Queste sono musiche dell’Est,
lui è sudamericano, che può saperne? È un’altra sensibilità”. Orozco-Estada fa
l’andantino semplice del Concerto n.1 della giusta misura, come voleva Čajkovskij, non il lento
di Barenboim né il sincopato di Toscanini.
Ma l’argomento non è nuovo. Imperiosa emerge l’eco della
signora che cinquant’anni fa, poco meno, al Comunale di Firenze aveva anch’essa
da ridire: “Ma è un indiano, come può capire la musica nostra?”, diceva.
Riferendosi a Zubin Mehta al debutto.
Quand on est con on
est con, cantava allora Brassens. Per questo immortale: non si può essere
una cosa e un’altra.
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