martedì 3 marzo 2015

Quand on est con on est con

Una signora magiara a Santa Cecilia arguisce con le amiche che il maestro Orozco-Estrada non può dirigere Čajkovskij: “Queste sono musiche dell’Est, lui è sudamericano, che può saperne? È un’altra sensibilità”. Orozco-Estada fa l’andantino semplice del Concerto n.1 della giusta misura, come voleva Čajkovskij, non il lento di Barenboim né il sincopato di Toscanini.
Ma l’argomento non è nuovo. Imperiosa emerge l’eco della signora che cinquant’anni fa, poco meno, al Comunale di Firenze aveva anch’essa da ridire: “Ma è un indiano, come può capire la musica nostra?”, diceva. Riferendosi a Zubin Mehta al debutto.
Quand on est con on est con, cantava allora Brassens. Per questo immortale: non si può essere una cosa e un’altra.

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